martedì 3 settembre 2013




 

TRIATHLON CITTA’ DI BOLSENA  “TROFEO DEGLI ETRUSCHI”

25 AGOSTO 2013

di Paolo Coppari

 

Mi ci è voluto un po’ di tempo per “metabolizzare”...

E’ così che succede quando capita di vivere qualcosa di straordinariamente intenso e coinvolgente. Si resta lì, trasognati, per qualche giorno, a rimuginare…

E intanto ti riguardi tutto il film, attimo per attimo.

Ne rievochi i momenti salienti, rivedi i volti, riascolti le voci, riassapori le atmosfere, rivivi le sensazioni.

Ci avevo già provato una volta, alcuni anni fa, a misurarmi con una prova di triathlon.

Ricordo ancora quello che mi diceva in proposito Daniele, per dissuadermi: “Paolo, il triathlon non è come la corsa. I movimenti, gli sforzi, le sollecitazioni, sono completamente diversi… E’ tutto un altro mondo…”.

Verissimo.

Ma quando ti si attacca addosso quel tarlo che ti rode il cervello…

Fu a Bolsena, anche quella volta.

Dopo mesi di scrupolosa preparazione, arrivo sul posto.

Scarico la bici dalla macchina, e… ruota a terra!!!

Prima imprecazione.

Mi metto subito al lavoro con cacciagomme, pompa e quant’altro. Sostituisco la camera d’aria. Vado a gonfiare…
 
 

 Non si gonfia!!!...

Seconda imprecazione.

Cerco assistenza da qualcuno dell’organizzazione. Niente da fare, sono tutti troppo indaffarati, manca poco al via, nessuno mi dà retta…

Imprecazioni seriali.

Potrei rinunciare alla bici e fare solo le frazioni di nuoto e di corsa, ma mi viene da piangere da quanto sono deluso e disperato…

Ricarico tutto sulla macchina e riparto. Via, non voglio neanche restare a guardare la gara, non me ne frega niente, sono già abbastanza depresso per conto mio…

Lì per lì mi dico: basta. Questo è un segno che “non s’ha da fare”…

Passano gli anni. Ma invece di guarire quel tarlo rimane lì, a rodere…

Arriviamo al 2013. Ricomincio gli allenamenti in piscina, un lungo inverno di vasche su vasche, sempre con l’occhio al crono.

In primavera riprendo anche ad uscire in bici, un po’ strada e un po’ MTB.

Ma…  Notizia inaspettata!

Il programma della gara di Bolsena è cambiato!

Non è più “Triathlon Sprint MTB”. E’ quasi un “Olimpico MTB”!

Distanze allungate (nuoto da 750m a 1 km - un “triangolo” della lunghezza complessiva di 500m da percorrersi per due volte:

 
Corsa da 5 a 7,500 km:



Con il passare dei giorni arrivano anche informazioni poco allegre sul percorso MTB.

Si parla di 22 km molto impegnativi, la prima metà tutta in salita. Si sale di 350m in 9 km, lungo sentieri sterrati stretti, appena tracciati in alcuni tratti, con buche, pietre, foglie… A seguire, seconda metà con discese rompicollo su fondo polveroso (o fangoso, in caso di pioggia…).

 


Vado in bici da quando ero ragazzino, ma non ho mai fatto gare e non mi ritengo un ciclista esperto.

Ce la farò? Non ne sono più tanto sicuro…

Cerco di incrementare i ritmi di allenamento in acqua. Nonostante tutto, è la frazione di nuoto quella che mi preoccupa di più. Si comincia con il nuoto, e se “toppi” lì, sei fregato…

Scopro che questa mia “propensione” per il triathlon è condivisa da Silvia e Daniele, due amici runners di Tuscania, fedeli compagni di gare podistiche domenicali.

Andiamo insieme a fare una prova generale un mese prima a Montefiascone lago. Gara di duathlon: 2,5 km corsa +1 km nuoto + 2,5 km corsa.

Silvia e Daniele sono bravissimi, triatleti esperti. Ma li devo ringraziare, per la loro vicinanza, i loro consigli, i loro incoraggiamenti.

Ne vengo fuori, tutto sommato, in modo abbastanza dignitoso, con un 50’36”, ma soprattutto con un 27’42” nella frazione in acqua che mi incoraggia non poco.

Una settimana prima della gara, si va a Bolsena a provare il percorso di MTB.

Siamo un bel gruppo, vengono Silvia, Daniele e Simone da Tuscania, ci accompagnano gli amici dell’organizzazione, Ivano, Laura, Nazareno, ed altri.

 


E’ duro, accidenti se lo è!...

Sono costretto perfino a scendere un paio di volte dalla bici e proseguire a piedi per qualche decina di metri, tanto è disagevole il sentiero in alcuni tratti.

Ma che meraviglia di panorami, su e giù per quelle belle colline, attraverso boschi e campi, si godono scorci veramente mozzafiato!

Il lago con le sue isole, laggiù in basso, uno specchio azzurro tra terra e cielo, e i dolci pendii verdi dell’Umbria dall’altra parte.

Si sale a 650m, su fino al Castello di Montalfina, un gioiello di architettura rinascimentale incastonato in cima ad un’altura, la cui vista da sola ripaga la fatica impiegata per arrivarci.
 
 

Purtroppo non c’è tempo per godersi lo spettacolo, non è una passeggiata questa! E il fondo è così impegnativo che non ci si può distrarre un solo attimo, pena il rischio di cadute rovinose…

Dopo qualche giorno, andiamo a fare una seconda prova, stavolta con Sergio. Tutto OK.

Alla fine siamo stanchi, ma soddisfatti.

Resta da vedere però come sarà farla dopo aver nuotato per un chilometro - e in che condizioni sarò dopo, quando ci saranno ancora da fare 7,5 km di corsa!....

Ci siamo. Il “gran giorno” è arrivato finalmente!

La mattina, a darci il buongiorno, un temporale spaventoso con tuoni, fulmini e acqua a catinelle. Cominciamo bene!...

Ma poi, per fortuna, il tempo ci dà tregua. La buriana si allontana. Con il passare delle ore, fa capolino anche un po’ di sole.

E’ tutto pronto. La zona cambio è un ribollire di attività frenetiche, gli organizzatori (bravissimi!) impegnati a predisporre  scrupolosamente il tutto per la partenza, e gli atleti indaffarati a sistemare le bici e preparare accuratamente l’occorrente per la gara. 

Siamo circa 150 per l’individuale, più una cinquantina di staffettisti, tanta gente anche a guardare, che spettacolo!...

Sono davvero emozionato. Ma sono pronto. Eccomi!
 
 

Alle 10 in punto, si parte! 200 persone che si buttano in acqua e cominciano a nuotare tutte insieme è uno spettacolo impressionante.

Il lago sembra trasformarsi in una tonnara, con quelle centinaia di braccia e di gambe che si agitano e sollevano spruzzi bianchi tutt’intorno!… Ma io stavolta lo vedrò solo nelle foto e nei filmati...
 
 
Devo stare attento a non partire davanti, si possono prendere delle botte pazzesche. Nuotare in queste condizioni non è facile, bisogna essere dei triatleti esperti. Io non lo sono, quindi cerco di “defilarmi” un po’. Ma tanto…

Le prime bracciate sono le più difficili, bisogna partire piano, nuotare con calma e tenere i nervi saldi, guardandosi intorno per evitare “collisioni” con quelli che ti nuotano accanto.

Una bella differenza con gli allenamenti in piscina, quando hai una corsia tutta per te, puoi muoverti come vuoi e prenderti tutto il tempo necessario per trovare la giusta “carburazione”!...

E infatti non va. Faccio fatica a coordinare i movimenti e a controllare la respirazione. Dopo una decina di bracciate, vado in affanno.

Attacco di panico. Che faccio? Non posso mica finirla così, miseramente. Sarebbe quasi peggio dell’altra volta!...

E quella boa, laggiù… sembra così lontana!...

Mi fermo un attimo, faccio qualche metro di rana, riprendo fiato, mi guardo intorno, lascio scorrere avanti un po’ di gente, poi con calma riprendo.

OK, ci siamo. Ritrovo la bracciata, mi tranquillizzo, e vado via in progressione. Raggiungo la prima boa.

Da qui in avanti, nessun problema…  

Seconda virata. Sono a mio agio, l’acqua mi scivola addosso che è un piacere.

Al termine del primo giro si esce, si percorrono circa 30 metri di corsa sulla spiaggia, e poi ci si ributta in acqua per iniziare il secondo.

Completo anche il secondo giro, senza eccessivi affanni. Esco dall’acqua ancora abbastanza “fresco”, in 28’22”. E non sono nemmeno ultimo! Non mi guardo indietro, ma in zona cambio vedo che insieme alla mia ci sono almeno una decina di bici ancora “parcheggiate”…
 

Tolgo la cuffia e gli occhialini, infilo il casco, le scarpe, il pettorale, e via!...

Le sensazioni delle prime pedalate non sono niente male, vado via senza eccessivi problemi di pesantezza alle gambe.

Purtroppo non sono un ciclista provetto (mi ripeto…), per cui, puntualmente, vengo superato da diversi altri concorrenti che pestano su quei pedali come degli indemoniati…

Non mi va di rischiare. Sono qui per finirla, la gara, non certo per vincerla…

Anche la frazione MTB scorre via abbastanza bene (ormai il percorso lo conosco e so cosa aspettarmi...), eccezion fatta per un paio di “incidenti” che mi costringono a fermarmi.

Il primo, una puntura di tafano sulla pancia, piuttosto fastidiosa. Per fortuna ho con me uno stick lenitivo disinfettante, lo applico subito abbondantemente, rimonto in sella e riparto.

Il secondo, una clamorosa “scatenata”, proprio prima dell’inizio della salita che porta al castello di Montalfina. Non faccio in tempo a scalare progressivamente le marce alla fine della discesa, e la catena salta via. Altra sosta forzata per riposizionarla, e via di nuovo.

Superato il castello, si attraversa un campo di grano appena mietuto, un tratto di circa 500m, bellissima “variazione sul tema”.



Poi giù a capofitto per quelle discese in mezzo ai boschi, mani ben salde su manubrio e freni, corpo leggermente sollevato sulla sella, facendo attenzione a modulare bene la frenata sulle due ruote.

Quando si raggiunge di nuovo il manto asfaltato, a circa 3 km dalla zona cambio, è un bel sollievo…

L’ultimo tratto della frazione MTB si percorre sul lungolago di Bolsena. Anche qui, sarebbe un piacere pedalare, se non fosse una gara…

All’arrivo la zona cambio è un tutta un brulicare di attività.
 
I primi sono già arrivati, naturalmente, altri hanno iniziato la frazione di corsa, altri ancora (come me) stanno entrando per lasciare la bici. Non posso fare a meno di rivolgere un pensiero ai giudici di gara. Avranno un bel da fare!...
 
Il tempo della mia frazione MTB è di 1:31’56”. Media km/h 14,356. Se la facevo a piedi mi sa che ci impiegavo di meno…
 
Ma tutto sommato direi che mi posso accontentare.
 
All’uscita dalla zona cambio incrocio Silvia, che ha già completato il primo dei due giri di 3,750 km. Lei è alla caccia di un buon piazzamento di classifica, naturalmente. Io invece, a questo punto devo solo pensare a finire.
 
Mi affianca e mi supera. Ci scambiamo un “Forza, dai, è fatta!!!”.
 
Lei chiuderà in 2:21’26”, prima di categoria. Che brava!...

Le mie gambe intanto sembrano due pezzi di legno…

Il passaggio dalla bici alla corsa è sicuramente quello più critico.

Certo la stanchezza accumulata dopo quasi due ore di sforzo tra nuoto e MTB non può non farsi sentire. Ma credo ci sia dell’altro…

Ho letto che il movimento della corsa podistica è caratterizzato da un uso prevalente di “catene cinetiche aperte”, mentre invece nel ciclismo prevalgono movimenti a “catena cinetica chiusa”.

Sicuramente questo contribuisce non poco a fare la differenza, e a determinare le difficoltà di “adattamento biomeccanico” nel passaggio dalla bici alla corsa.

Per fortuna quella delle gambe pesanti è una sensazione che si attenua, via via fino quasi a scomparire nel giro di 2/3 km.

Un sostegno prezioso mi arriva dopo poche centinaia di metri dagli amici del “Bolsena Forum”, impegnati a distribuire acqua ai concorrenti. Grazie, grazie a tutti: Ione, Alberto, Luzia, Fernando, Giancarlo, Enrico….. non avete idea di quanto mi siano stati di aiuto in quei momenti i vostri incoraggiamenti!...
 
 
E grazie anche ad Augusto, che ogni volta ci immortala con i suoi splendidi servizi fotografici!

Bello anche il percorso della frazione di corsa - per chi ha ancora la forza e la voglia di guardarsi intorno...

Si corre sul lungolago di Viale Cadorna fino alla fine. Ma invece di piegare a sinistra si prosegue diritti fino ad imboccare un sentiero sterrato che si infila in mezzo a grandi cespugli lacustri. In alcuni punti bisogna addirittura abbassare la testa per passare sotto a rami ed arbusti, ed è un diversivo utile perché un po’ ti distrae dalla fatica fisica…

Lungo il “biscotto” di Viale Santa Maria incrocio Daniele che sta andando a concludere la sua frazione. Anche con lui un rapido scambio di “Bravo, forza, dai che è finita!!!...”

Chiuderà in 2:22’29”. Bravissimo anche lui.

Alla fine del primo giro vedo l’arco dell’arrivo con altri amici dell’organizzazione impegnati a controllare i passaggi. Mi gridano qualcosa, mi dicono in che direzione devo proseguire, mi incoraggiano. Intravedo Marco, Laura, Maria Grazia, Ivano…

Grazie ragazzi, grazie anche a voi!…

Ormai è fatta. Le gambe hanno ripreso a muoversi bene. La velocità non è un problema a questo punto. Solo la resistenza può esserlo…

Ho una paura fregata dei crampi. So che sono sempre lì in agguato, specie quando si passa da una disciplina all’altra, e possono compromettere tutto. Ma per fortuna stavolta ne esco indenne.

Ultimi 200 metri su Viale Colesanti, magnifico viale alberato che collega la Via Cassia e il centro storico di Bolsena con il lago.

Energie residue zero, ma adrenalina a mille.

Ultime falcate in vista del traguardo. Riesco nell’ordine a:

1.  sorridere;

2.  tirare baci;

3.  battere il “cinque” con Marco sotto l’arco gonfiabile.

 
Tempo della frazione di corsa 38’35” (5’08”/km - non un gran
che, lo so, ma che volete…).

Tempo totale di gara: 2:42’06”.

Ma le sorprese non sono finite! Guardate un po’ qua che cosa
mi aspetta per concludere in bellezza:


Primo di categoria!

OK, non sarà motivo di grande vanto… Giusto un pizzico di soddisfazione in più. Tutto qui…

La giornata si conclude in allegria, con un simpatico “pasta party” abbondantemente annaffiato di vino e spumante.

Festeggiamo soprattutto gli amici dell’organizzazione, che hanno fatto davvero un ottimo lavoro. Siete stati stupendi, ragazzi, grazie, ancora complimenti a tutti voi.

E arrivederci all’anno prossimo!..
 
 
 
E per chiudere “in bellezza” il racconto di questa mia nuova esperienza, ecco cosa mi sento di condividere con tutti gli amici runners che, come me, amano ogni giorno misurarsi con nuove sfide:

 


 
I vincitori

non sono quelli

che non falliscono mai,

Ma quelli che

non mollano mai!

 

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