E’ duro, accidenti se lo
è!...
Sono costretto perfino a
scendere un paio di volte dalla bici e proseguire a piedi per qualche decina di
metri, tanto è disagevole il sentiero in alcuni tratti.
Ma che meraviglia di
panorami, su e giù per quelle belle colline, attraverso boschi e campi, si
godono scorci veramente mozzafiato!
Il lago con le sue isole,
laggiù in basso, uno specchio azzurro tra terra e cielo, e i dolci pendii verdi
dell’Umbria dall’altra parte.
Si sale a 650m, su fino al
Castello di Montalfina, un gioiello di architettura rinascimentale incastonato
in cima ad un’altura, la cui vista da sola ripaga la fatica impiegata per
arrivarci.
Purtroppo non c’è tempo
per godersi lo spettacolo, non è una passeggiata questa! E il fondo è così
impegnativo che non ci si può distrarre un solo attimo, pena il rischio di
cadute rovinose…
Dopo qualche giorno,
andiamo a fare una seconda prova, stavolta con Sergio. Tutto OK.
Alla fine siamo stanchi,
ma soddisfatti.
Resta da vedere però
come sarà farla dopo aver nuotato per un chilometro - e in che condizioni sarò
dopo, quando ci saranno ancora da fare 7,5 km di corsa!....
Ci siamo. Il “gran
giorno” è arrivato finalmente!
La mattina, a darci il
buongiorno, un temporale spaventoso con tuoni, fulmini e acqua a catinelle. Cominciamo
bene!...
Ma poi, per fortuna, il
tempo ci dà tregua. La buriana si allontana. Con il passare delle ore, fa
capolino anche un po’ di sole.
E’ tutto pronto. La zona
cambio è un ribollire di attività frenetiche, gli organizzatori (bravissimi!)
impegnati a predisporre scrupolosamente
il tutto per la partenza, e gli atleti indaffarati a sistemare le bici e
preparare accuratamente l’occorrente per la gara.
Siamo circa 150 per
l’individuale, più una cinquantina di staffettisti, tanta gente anche a
guardare, che spettacolo!...
Sono davvero emozionato.
Ma sono pronto. Eccomi!
Alle 10 in punto, si
parte! 200 persone che si buttano in acqua e cominciano a nuotare tutte insieme
è uno spettacolo impressionante.
Il lago sembra trasformarsi
in una tonnara, con quelle centinaia di braccia e di gambe che si agitano e sollevano
spruzzi bianchi tutt’intorno!… Ma io stavolta lo vedrò solo nelle foto e nei
filmati...
Devo stare attento a non
partire davanti, si possono prendere delle botte pazzesche. Nuotare in queste
condizioni non è facile, bisogna essere dei triatleti esperti. Io non lo sono,
quindi cerco di “defilarmi” un po’. Ma tanto…
Le prime bracciate sono
le più difficili, bisogna partire piano, nuotare con calma e tenere i nervi
saldi, guardandosi intorno per evitare “collisioni” con quelli che ti nuotano
accanto.
Una bella differenza con
gli allenamenti in piscina, quando hai una corsia tutta per te, puoi muoverti
come vuoi e prenderti tutto il tempo necessario per trovare la giusta
“carburazione”!...
E infatti non va. Faccio
fatica a coordinare i movimenti e a controllare la respirazione. Dopo una
decina di bracciate, vado in affanno.
Attacco di panico. Che
faccio? Non posso mica finirla così, miseramente. Sarebbe quasi peggio
dell’altra volta!...
E quella boa, laggiù… sembra
così lontana!...
Mi fermo un attimo,
faccio qualche metro di rana, riprendo fiato, mi guardo intorno, lascio
scorrere avanti un po’ di gente, poi con calma riprendo.
OK, ci siamo. Ritrovo la
bracciata, mi tranquillizzo, e vado via in progressione. Raggiungo la prima
boa.
Da qui in avanti, nessun
problema…
Seconda virata. Sono a
mio agio, l’acqua mi scivola addosso che è un piacere.
Al termine del primo
giro si esce, si percorrono circa 30 metri di corsa sulla spiaggia, e poi ci si
ributta in acqua per iniziare il secondo.
Completo anche il
secondo giro, senza eccessivi affanni. Esco dall’acqua ancora abbastanza
“fresco”, in 28’22”. E non sono nemmeno ultimo! Non mi guardo indietro, ma in
zona cambio vedo che insieme alla mia ci sono almeno una decina di bici ancora
“parcheggiate”…
Tolgo la cuffia e gli
occhialini, infilo il casco, le scarpe, il pettorale, e via!...
Le sensazioni delle
prime pedalate non sono niente male, vado via senza eccessivi problemi di
pesantezza alle gambe.
Purtroppo non sono un
ciclista provetto (mi ripeto…), per cui, puntualmente, vengo superato da diversi
altri concorrenti che pestano su quei pedali come degli indemoniati…
Non mi va di rischiare.
Sono qui per finirla, la gara, non certo per vincerla…
Anche la frazione MTB
scorre via abbastanza bene (ormai il percorso lo conosco e so cosa
aspettarmi...), eccezion fatta per un paio di “incidenti” che mi costringono a
fermarmi.
Il primo, una puntura di
tafano sulla pancia, piuttosto fastidiosa. Per fortuna ho con me uno stick
lenitivo disinfettante, lo applico subito abbondantemente, rimonto in sella e
riparto.
Il secondo, una
clamorosa “scatenata”, proprio prima dell’inizio della salita che porta al
castello di Montalfina. Non faccio in tempo a scalare progressivamente le marce
alla fine della discesa, e la catena salta via. Altra sosta forzata per
riposizionarla, e via di nuovo.
Superato il castello, si
attraversa un campo di grano appena mietuto, un tratto di circa 500m, bellissima
“variazione sul tema”.
Poi giù a capofitto per
quelle discese in mezzo ai boschi, mani ben salde su manubrio e freni, corpo
leggermente sollevato sulla sella, facendo attenzione a modulare bene la
frenata sulle due ruote.
Quando si raggiunge di
nuovo il manto asfaltato, a circa 3 km dalla zona cambio, è un bel sollievo…
L’ultimo tratto della
frazione MTB si percorre sul lungolago di Bolsena. Anche qui, sarebbe un piacere
pedalare, se non fosse una gara…
All’arrivo la zona cambio
è un tutta un brulicare di attività.
I primi sono già
arrivati, naturalmente, altri hanno iniziato la frazione di corsa, altri ancora
(come me) stanno entrando per lasciare la bici. Non posso fare a meno di
rivolgere un pensiero ai giudici di gara. Avranno un bel da fare!...
Il tempo della mia
frazione MTB è di 1:31’56”. Media km/h 14,356. Se la facevo a piedi mi sa che
ci impiegavo di meno…
Ma tutto sommato direi
che mi posso accontentare.
All’uscita dalla zona
cambio incrocio Silvia, che ha già completato il primo dei due giri di 3,750 km.
Lei è alla caccia di un buon piazzamento di classifica, naturalmente. Io
invece, a questo punto devo solo pensare a finire.
Mi affianca e mi supera.
Ci scambiamo un “Forza, dai, è fatta!!!”.
Lei chiuderà in
2:21’26”, prima di categoria. Che brava!...
Le mie gambe intanto sembrano
due pezzi di legno…
Il passaggio dalla bici
alla corsa è sicuramente quello più critico.
Certo la stanchezza
accumulata dopo quasi due ore di sforzo tra nuoto e MTB non può non farsi
sentire. Ma credo ci sia dell’altro…
Ho letto che il
movimento della corsa podistica è caratterizzato da un uso prevalente di “catene
cinetiche aperte”, mentre invece nel ciclismo prevalgono movimenti a “catena cinetica
chiusa”.
Sicuramente questo
contribuisce non poco a fare la differenza, e a determinare le difficoltà di
“adattamento biomeccanico” nel passaggio dalla bici alla corsa.
Per fortuna quella delle
gambe pesanti è una sensazione che si attenua, via via fino quasi a scomparire
nel giro di 2/3 km.
Un sostegno prezioso mi
arriva dopo poche centinaia di metri dagli amici del “Bolsena Forum”, impegnati
a distribuire acqua ai concorrenti. Grazie, grazie a tutti: Ione, Alberto, Luzia,
Fernando, Giancarlo, Enrico….. non avete idea di quanto mi siano stati di aiuto
in quei momenti i vostri incoraggiamenti!...
E grazie anche ad
Augusto, che ogni volta ci immortala con i suoi splendidi servizi fotografici!
Bello anche il percorso
della frazione di corsa - per chi ha ancora la forza e la voglia di guardarsi
intorno...
Si corre sul lungolago
di Viale Cadorna fino alla fine. Ma invece di piegare a sinistra si prosegue diritti
fino ad imboccare un sentiero sterrato che si infila in mezzo a grandi cespugli
lacustri. In alcuni punti bisogna addirittura abbassare la testa per passare
sotto a rami ed arbusti, ed è un diversivo utile perché un po’ ti distrae dalla
fatica fisica…
Lungo il “biscotto” di
Viale Santa Maria incrocio Daniele che sta andando a concludere la sua
frazione. Anche con lui un rapido scambio di “Bravo, forza, dai che è finita!!!...”
Chiuderà in 2:22’29”.
Bravissimo anche lui.
Alla fine del primo giro
vedo l’arco dell’arrivo con altri amici dell’organizzazione impegnati a
controllare i passaggi. Mi gridano qualcosa, mi dicono in che direzione devo
proseguire, mi incoraggiano. Intravedo Marco, Laura, Maria Grazia, Ivano…
Grazie ragazzi, grazie
anche a voi!…
Ormai è fatta. Le gambe
hanno ripreso a muoversi bene. La velocità non è un problema a questo punto.
Solo la resistenza può esserlo…
Ho una paura fregata dei
crampi. So che sono sempre lì in agguato, specie quando si passa da una
disciplina all’altra, e possono compromettere tutto. Ma per fortuna stavolta ne
esco indenne.
Ultimi 200 metri su
Viale Colesanti, magnifico viale alberato che collega la Via Cassia e il centro
storico di Bolsena con il lago.
Energie residue zero, ma
adrenalina a mille.
Ultime falcate in vista
del traguardo. Riesco nell’ordine a:
1.
sorridere;
2.
tirare baci;
3.
battere il “cinque” con
Marco sotto l’arco gonfiabile.
Tempo della frazione di corsa 38’35” (5’08”/km - non un gran
che, lo so, ma che volete…).
Tempo totale di gara: 2:42’06”.
Ma le sorprese non sono finite! Guardate
un po’ qua che cosa
mi aspetta per concludere in bellezza:
Primo di categoria!
OK, non sarà motivo di
grande vanto… Giusto un pizzico di soddisfazione in più. Tutto qui…
La giornata si conclude
in allegria, con un simpatico “pasta party” abbondantemente annaffiato di vino
e spumante.
Festeggiamo soprattutto
gli amici dell’organizzazione, che hanno fatto davvero un ottimo lavoro. Siete
stati stupendi, ragazzi, grazie, ancora complimenti a tutti voi.
E arrivederci all’anno
prossimo!..
E per chiudere “in bellezza” il racconto di questa mia nuova
esperienza, ecco cosa mi sento di condividere con tutti gli amici runners che, come me, amano ogni giorno
misurarsi con nuove sfide:
I vincitori
non sono quelli
che non falliscono mai,
Ma quelli che
non mollano mai!